Slovenja 2014: no plan, good plan
Metti 3 giovani canoisti pavesi, 3 canoe e relativa attrezzatura in una Grande Punto, qual è il risultato?
Un super Tour in Slovenia!!!
A seguire il racconto dei protagonisti AleConca, CDM e Miguel! E tutte le foto! Link1 - Link2
Intro
La parte piu importante di una vacanza in canoa è senza dubbio la pianificazione: quindi Corsica, no, Slovenia, no, Provenza, no, Norvegia. Seee, buonanotte. Alla fine è Slovenia, ma la regola della vacanza è chiara e condivisa da tutti: "non si pianifica oltre le 2h successive".
Questo vale anche prima della partenza, con una buona approssimazione riuniamo l'italia, Miguel parte da Vibo Valentia, raggiunge Pavia e in macchina con il Conca si parte per recuperare Cdm in villeggiatura a Sondrio. In serata, sotto l'effetto stupefacente della pasta al forno, contravveniamo alla regole mettendo insieme un piano di (molto) massima: Noce-->Vajont-->Soca.
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Day 1
Colazione caffelatte e torta fatta in casa e per rispettare il programma la mattina del primo giorno ci avviamo fiduciosi per fare... l'Adda! Boffetto purtroppo ci aspetta con un livello subsahariano ma sempre divertente. Si riparte quindi verso il Trentino, dove ci attende un'attento studio del Noce e del suo campo slalom ma... causa un incontro ravvicinato con un muretto il tempo passa e l'orario ormai tardo ci fa desistere dall'avventurosa discesa. Non desistiamo però dall'idea iniziale e ci dirigiamo umidi e felici a Longarone per un non chiarito motivo a vedere la Diga del Vajont e la sua frana. Giunti nella valle dolomitica troviamo un'accogliente b&b a Perarolo di Cadore, gestito dalla simpatica Carmen che ci ospita nella sua bella mansarda.
Day 2
Colazione biscotti fatti in casa, speck del posto, croissant, spremuta. Poi Vajont. Impressionante, davvero. Impressiona la diga, un imponente budello di 260 metri di altezza. Impressiona la frana, la cui dimensione è tale da render complicato anche solo immaginare come potesse essere la valle del Vajont prima del disastro. Terminato il momento turistico, ci ricaliamo nei panni dei canoisti erranti e cominciamo ad informarci su tutti i fiumi della zona. Alla fine il nostro spirito di avventura ci porta a proseguire per la valle del Vajont, svalicando verso Udine per la Val Cellina dove inventiamo l'ennesima variante al nostro programma imbarcandoci sotto il diluvio alla confluenza tra l'acqua azzurrissima del Cellina e quella caffelatte di un suo affluente. Dopo qualche centinaio di metri, staremo pagaiando su un fiume color ghiaccio pronti ad affrontare coraggiosi "i rapidi di quinto". Il fiume supera le nostre modeste aspettative, rivelandosi una buona palestra in vista del Soca. In serata, dopo esser transitati per amene strade di provincia e passi di montagna frequantati solo da nostalgici contrabbandieri giungiamo finalmente nella magnifica valle del Soca! La cena trascorsa in uno scabroso locale dalle dubbie compagnie è prontamente riscattata da un dopo cena in cui Cdm si conferma il re indiscusso delle freccette azzerando la concorrenza dei due malcapitati.
Day 3
Colazione del campione a base di omelette e prosciutto, coppa, salame, the. Valle del soca... Il cielo non ci è clemente (come anche gli ultimi 2 giorni) ma al detto di "acqua sopra, acqua sotto" ci imbarchiamo a Srpenica 1 e scendiamo fino al campo slalom. Che fiume il Soca! Acqua magnifica e rapide divertenti, il campo slalom una goduria! Che sia una giornata strana, lo si capisce dal primo eskimo in fiume di Miguel. Ma la sensazione viene confermata quando, allo sbarco, una gnocca (pure canoista) ci chiede un passaggio! Tempo zero tutti all' opera per ammassare tutto lo scibile nel baule della Punto e far spazio alla carissima amica Ančka! (alla fine forse Bruno ci stava... avesse avuto i capelli ancora lunghi, magari...) Salutata tra mille lacrime Ančka (il prossimo incontro canoistico con una meravigliosa è previsto per il 2043, in concomitanza della cometa di Halley) ci dirigiamo verso la nostra sistemazione. Dopo un piatto (ciotola?) di deliziose tagliatelle in brodo siamo pronti per la serata sballo al "Pecora Nera", durante la quale ci rendiamo conto di quanto può essere pericoloso vivere in un paese dove mezzo litro di birra ti vien via con 2€. Per la cronaca, Miguel trionfa al biliardo-ciapanò mentre il Conca si aggiudica il titolo del Pungiball (si vocifera che al posto del sacco vedesse la faccia di Bruno).
Day 4
Colazione con omelette prosciutto e formaggio, coppa, salami, ricotta di pecora, frutta secca e the. Poi... Koritnica! Bellissimo affluente del Soca, finalmente anche il meteo sembra scendere a compromessi e così la discesa si trasforma in un vero e proprio viaggio nell'Eden. Complici le difficoltà non esasperanti, Miguel addirittura si riposa dalla corsa al titolo di canoista piú pulito rinunciando al quotidiano bagno in fiume... Il pomeriggio si procede con l'ispezione del tratto superiore del Soca, obiettivo della mattina seguente. Ci facciamo prendere talmente tanto dall'ispezione che alla fine, sali sali e sali, arriviamo anche a vedere le sorgenti del Soca! Memori della serata precedente, decidiamo di onorare l'ultima serata in terra straniera riposandoci in albergo come tre vecchi dentro come noi dovrebbero sempre fare.
Day 5
Colazione senza omelette, rimpiazzata da un più digestibile strudel... Ci imbarchiamo nelle forre del Soca in località Lepena: Miguel, a causa dell'astinenza del giorno precedente, si sente particolarmente sporco e passa i primi 3 km a pensare metodi innovativi per finire a bagno nelle poche rapide impegnative che ci aspettano. Pim, pum, pam, tri rapidi e tri bagn!!! En-plein!!! Per guadagarsi il perdono, il nostro calabrese volante si sacrifica nel recupero, così che gli altri due prodi possono proseguire ancora per un piacevole tratto in cui far amicizia con dei principianti finlandesi. E così, tra due Radler e l'addio alle fidate scarpe da battaglia Total 06 di Cdm, si è fatta ora di ripartire. C'è ancora tempo per un ultima soddisfazione: sulla strada del ritorno ci pappiamo un mega vassoio con grigliata mista in zona Solkan (12€ a testa!!) che ci danno il carburante per il viaggio di ritorno. Che è poi solo un arrivederci, ne siam sicuri.